sabato 17 marzo 2012

Storie di demoni e fantasmi

Copertina di Tony Ross

Lo ammetto, le storie dell’orrore mi sono sempre piaciute, a quanto pare un tratto che ho in comune con lo scrittore irlandese Martin Waddell, autore (tra le altre cose) di Storie di demoni e fantasmi, una raccolta di 14 racconti dell’orrore indirizzata ai più piccoli (dagli 8 anni in su) ed edita in Italia da Einaudi Ragazzi.
La maggior parte di queste storie, come afferma lo stesso autore, gli sono state narrate quand’era bambino. Si tratta di racconti che fanno parte della tradizione europea, in gran parte modificati e arricchiti da Waddell stesso, i cui protagonisti sono creature come: ghoul, fantasmi, fate, folletti maligni, goblin, demoni pelosi. Alcuni titoli? Johnny Stecchito (già il nome è un programma), Il burro non c’è più (mai essere avidi quando si ha a che fare con delle fate), Ta Ba Ra (non stringete patti coi folletti se non volete avere brutte sorprese…), Il ghoul della Foresta di Ghoul (una storia breve ma intensa), Il Babau (poteva forse mancare?), Berretto di Vimini (una famosa fiaba rivisitata dall’autore), I Guardiani (un inno all’amore che sopravvive alla morte).
Ogni storia è impreziosita dalle immagini, tutte a colori, dell’illustratore Tony Ross. Grazie al suo stile, di cui avete un assaggio dalla copertina, Ross dà vita a mostri ridicoli e divertenti, che non corrono troppo il rischio di “spaventare”.

giovedì 1 marzo 2012

Meterra


Copertina di Malleus

Quando ho concluso la lettura di questo libro sono rimasta sorpresa. Sorpresa dalla ricchezza e dalla fantasia della storia, ma anche dalla maestria dell’autore, Andrea Cisi, nel raccontarla.
Meterra nasce come romanzo per ragazzi, senza nulla da invidiare a un fantasy per adulti.
La protagonista è la giovane Mimì, una ragazzina un po’ strana e dal passato oscuro, che vive coi nonni e il padre in un quartiere di Genova. La città, e nello specifico Borgo degli Scontri, è teatro di appassionanti sfide a biglie tra i tanti monelli che bazzicano i vari quartieri, tifando per l’uno o per l’altro campione; Mimì è l’attuale campionessa in carica. Ma nel bel mezzo di una sfida, Mimì viene richiamata da una voce, che insistente rimbomba nella sua testa e sembra volerla attirare verso un anonimo tombino in uno dei tanti vicoli bui di Genova. Eppure quel semplice tombino rappresenta una porta, una via d’accesso per il mondo di Meterra, da cui la stessa Mimì proviene. Perché è stata richiamata a Meterra? Qual è la sua missione? E cosa si nasconde nel passato suo e dei suoi veri genitori? La ragazzina troverà risposta a queste domande a poco a poco, durante un pericoloso viaggio che fortunatamente non sarà da sola a intraprendere: al suo fianco l’inseparabile criceto Caramello, i piccoli ma combattivi bleürl e due compagni umani dall’onestà alquanto discutibile. Ma c’è anche chi non è affatto contento del ritorno di Mimì su Meterra e farà di tutto per levarsela di torno una volta per tutte…
Già da questa brevissima trama (fatta più per “incuriosire” che per “dire”) si può evincere la ricchezza di questo romanzo; tantissimi in realtà sono i personaggi che avranno un ruolo più o meno importante nello svolgersi delle vicende, chi restando confinato in questo mondo (gli amichetti di Mimì, Marcello e Virna, che preoccupati indagheranno sulla sua scomparsa, il vecchio Bernardo, uno dei pochi a conoscere l’origine di Mimì, le tre sentinelle a guardia della porta), chi nell’altro (Ugghimineo e Marabillio, gran vegliardi di due differenti tribù di bleürl, le tre streghe veggenti, i malvagi Zerf) e chi spostandosi da un mondo all’altro a caccia della sua preda (gli spietati segugi, addestrati nel Formicaio a fare un’unica cosa: uccidere).
Vivide e realistiche sono le descrizioni che Cisi fa della città di Genova, coi suoi affascinanti carruggi (e i numerosi borseggiatori), e appassionanti sono le descrizioni delle sfide a biglie tra i monelli, in cui ciascuna biglia ha il suo nome e la sua storia.
Infine l’intreccio è ben congegnato, seppure la carne al fuoco sia davvero tanta.
Purtroppo (o per fortuna) le vicende di Meterra non si concludono con questo libro, ma esigono un seguito. E allora a chi, come me, ne è stato conquistato non rimane che un’unica cosa da fare: mettersi il cuore in pace e armarsi di santa pazienza.

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